martedì 29 maggio 2018

VM18

É stata una giornata pesante, svegliarsi da solo nel letto non gli é mai piaciuto, il letto a due piazze é troppo grosso per una persona sola e sta notte angelo é stato solo, il motivo é semplice, Edera la sua compagna dopo l'ennesima lite ha deciso di fermarsi a dormire dalla madre, non perché non lo gradisse nel letto, anzi, solo perché sapeva come sarebbe finita e ieri proprio non se lo meritava, era troppo furente, troppo testardo, troppo per meritarsi quel qualcosa che avrebbe dato pace a entrambi.
Il viaggio lungo e il traffico logorante, il lavoro di ufficio lo ha stremato, il non poter usare la fantasia lo mette al tappeto, ma sfortunatamente per lui é molto bravo con i numeri, li capisce, ne sente la magia, e dopo anni passati, come gli piace pensare, a sognare ha avuto un epifania, un illuminazione, era al cinema e uno splendido joker gli ha detto, o meglio gli é proprio sembrato che lo biascicasse a lui, "se sei bravo a fare qualcosa, fatti pagare per farla..." Cosí ha abbandonato i suoi sogni, il suo scrivere, il suo vivere di fantasia e poco piú di un cazzo e si é messo a giocare con i numeri, prima da solo, giocando un po' con la borsa e qualche scommessa meno lecita, fino a diventare parte del meccanismo finanziario, sa assolutamente che potrebbe fare il suo lavoro da qualunque buco di culo nel mondo, ma qualcosa gli é rimasto appiccicato addosso dalle mille vite che ha avuto, quindi fin troppo spesso, si sposta per andare a oliare piú o meno lecitamente gli ingranaggi di una finanza sempre meno basata sugli uomini e  sempre piú mossa dai numeri... Sempre meno fantasia, sempre piú meccanica. Come dicevo la giornata é stata pesante, muoversi per Milano a piedi, senza farsi rubare da una città che per una buona metà é fatta di sogni per lui é sempre stato un dramma... Dio quanto vorrebbe fermarsi, come faceva da ragazzino, sedersi nella piazza d'arme del castello Sforzesco e con le orecchie dei suoi sogni, sentire le voci dei soldati che respingono l'ennesimo tentativo di assedio o la solita rivolta. Ma no non ha potuto doveva correre a piazza affari e a casa di due o tre ragazzini che gli fanno da gregari, poi chiudersi in quello che gli é stato venduto dal suo superiore come un "sontuoso ufficio" quando invece é poco piú che una stanza di 3 metri per 3 con l'intonaco scrostato in porta Venezia.
Poi di nuovo in viaggio verso casa, quella che lui chiama casa, quella che non pensa di abbandonare mai, ha vinto il terreno quasi per scherzo giocando a carte contro un vecchio nobile quando aveva poco piú di 17 anni e da allora ogni volta che riusciva ad avere qualcosa che fosse simile ad un risparmio é finito in quel terreno, prima per renderlo edificabile sulla carta, poi per noleggiare gli strumenti per renderlo edificabile sul serio, in fine montanto mattone su mattone quella che sarebbe stata casa sua, tanti amici e tante compagne si sono affiancati a lui mettendo sogni e speranze in quel luogo, in modo lento e incostante la casa é cresciuta, dalle fondamenta, montate insieme a suo padre e una squadra di operai, fino alla cuccia di Laerte finita di montare la settimana scorsa insieme a edera
Angelo, quasi strisciando i piedi per il peso di un mondo che vorrebbe capire meno, lascia la macchina davanti alla rimessa, non é parcheggiata, sa che in casa non c'é nessuno, nemmeno Laerte, Edera lo ha preso ieri, con la scusa che oggi lo avrebbe dovuto portare dal veterinario e lo ha portato con sé dalla madre, quasi la maledice per quanto é stata meschina, lo ha lasciato solo, non una compagna, non un amico e a quanto pare nemmeno un cane.
Cosí con questo umore nero si avvia dalla macchina a casa, apre la porta, tutti gesti meccanici che ha fatto milioni di volte, si toglie la giacca e le scarpe, sbuffa, va a cambiarsi, ora che Edera non c'é le sue regole sono piú utili che mai, ripone i vestiti sul servo muto e si mette una tenuta da casa... Ora sembra il ragazzino che si sedeva al castello, un paio di jeans neri, una vecchia maglietta metal... Sorride... Manca solo una cosa, una bella birra in mano, cosí con le sue ciabatte a forma di anfibi si avvia verso il frigo è al posto della sua birra ci trova un biglietto di Edera, che palle, lo apre, sbuffa ancora, refill please e uno smile con un occhio chiuso che fa la linguaccia.
La luce del frigo si spegne riportando la casa nell'oscurità, da quando é entrato in casa ha fatto tutto in maniera talmente meccanica che non la aveva ancora accesa, tanto questa casa non é altro che un estensione dei suoi pensieri, a parte i giochi di Laerte in giro e qualche nuovo orpello messo in bella vista da Edera, potrebbe girare in sicurezza per la casa anche se gli cavassero gli occhi, cosí si rimette le scarpe, si avvia verso il capanno, il suo sancta sanctorum, li ci sono tutti i suoi abbozzi, tutte le sue prove, gli appunti di matemagica e la sua Santa birra, qui é vietato l'ingresso a chiunque non sia lui, con un sorriso sardonico pensa tutte le volte che lo hanno preso in giro perché il suo box é l'unico meccanico della provincia, mentre il suo capanno ha addirittura una serratura biometrica e si sviluppa su due piani... Gli é costato di piú quel capanno che forse mettere il tetto alla casa, contando che ci ha anche vissuto per un paio d'anni mentre la casa vera e propria era ancora in costruzione gli sembra il minimo, al piano di sopra una sorta di sala prove, al piano di sotto produzione e stoccaggio di birra.
Negli anni le due stanze insonorizzate e condizionate hanno cambiato ruolo piú volte, dapprima il piano di sopra é stato una sorta di modesto monolocale e giú una sala giochi attrezzatissima, molta della tecnologia che ora risiede comodamente in casa, é nata, é stata accatastata, schiacciata e compressa in quella casetta.
Una volta messe le scarpe, esce, sempre nel buio, si avvia sconsolato verso il capanno, dove poggia il pollice su una mattonella particolare, la porta che dall'esterno sembra quella di una vecchia rimessa scatta la luce al suo interno lentamente si espande dalle lampadine LED nascoste per tutto il piano, ha sempre avuto dei problemi con i cambi radicali di luce, lo abbagliano e lo disorientano, una voce di donna lo accoglie, si sente é metallica e per quanto ci abbia provato risulta poco umana, " buona sera Uriel, alla prima maturazione della rossa mancano 15 giorni, alla seconda maturazione della pils 4 giorni" istintivamente si butta sul divano maledicendo il fatto di non avere birra pronta, solo qualche secondo, poi si alza, qualche giorno significa solo meno gasatura... Giú é fresco... Si... Ci puó stare, scende le scale, va all'armadio della seconda maturazione prende 3 bottiglie, salendo stappa con calma la prima... Il suono del gas che scappa dal tappo é la prima buona notizia della giornata, poggia le 2 rimanenti nel frigo sopra, si avvicina al computer, mette su la compilation che ascoltava quando aveva vent'anni e finalmente con il sorriso si butta sul divano.
La birra é buona, forse un po' calda ma cosí riesce a sentire tutti i retrogusti su cui tanto ha lavorato, Edera spesso lo costringe a tenerle quasi sotto zero e tutto il tempo passato a studiare come limare quella punta di amaro, rendere piú stuzzicante quel gusto fresco, tutta quella danza di luppoli... Si fotte quasi completamente, come quando a vent'anni beveva la birra della Lidl e pensava fosse buona.
Il sonno non tarda a presentarsi, le palpebre pesanti sono schiacciate a forza dall'alcool della birra e dalla musica che viene vomitata dalle casse, chiunque potrebbe pensare impossibile dormire in una stanza del genere, musica ad alto volume, luce fredda diffusa, puzza di lieviti e saddio cos'altro filtrano dalle pareti ingiallite dalla nicotina e dal piano di sotto, ma nella mente di angelo, Uriel o uriele per gli amici piú ignoranti, questo posto é la cosa piú vicina al paradiso, da sotto i lieviti gli ricordano perché porta il nome dell'armiere di Dio, la birra, l'ha sempre fatta, da quando era un pischello, e l'ha sempre fatta a costo 0, prima con i vari kit, sempre facendo la colletta con gli amici, poi crescendo ha conosciuto chi produceva le materie prime, cosa vuoi che sia un sacco di orzo? Facciamo cosí questo te lo pago, lo beviamo insieme e i prossimi trovo il modo di aiutarti e me li regali? Cosí portava le armi alla compagnia... Birra... Buona... Gratis... O quasi, un pomeriggio in fattoria a spalare letame, far ripartire internet a casa dell'amante del fattore... Cose semplici.
La luce fredda é forse la piú complessa da spiegare, angelo non ha paure, o meglio con gli anni le sa dominare, perché di paure ne ha proprio come tutti, e la piú banale di tutti é anche quella che non riesce a scrostarsi di dosso, la paura del buio, di non sapere cosa ti aspetta dietro l'angolo, di non poter usare uno strumento cosí importante come la vista, di lì arrivano le luci soffuse, di lì la casa conosciuta in modo maniacale, di lì tante cose di angelo che nemmeno angelo vorrebbe ammettere. La musica altissima, é Epic Power metal, lo accompagna da quando era ragazzino, ha forgiato tante delle sue idee malate, l'onore, il rispetto, la famiglia, il branco... Quindi sentirla cosí... Lo accompagna in sogni di epiche battaglie e di amori imperfetti.
Ecco l'odore di varia umanità non se lo aspetta, qui entra solo ed esclusivamente lui, deve essersi dimenticato qualcosa in giro, forse un borsone della palestra, forse un paio di vecchi anfibi, non sa cosa sia ma é troppo stanco per chiedersi da dove arrivi un aroma cosí pungente e spietato che se non fosse cosí stanco, lo avrebbe spinto verso il primo inceneritore... O il camino in pietra montato in giardino qualche anno fa con la scusa del barbecue.
Finalmente angelo si addormenta, una gamba sul divano l'altra per terra, una mano ancora tiene la birra poggiata al suolo l'altra sembra sfidare il celo...

1 commento:

  1. La prima parte di qualcosa, spero vi piaccia, io nei momenti liberi andró avanti voi fatemi sapere

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